Gli Etruschi

Perusia

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L’eredità
La Perusia dei Romani, oggi Perugia, è un vivace capoluogo di provincia e di regione in cui restano importanti testimonianze del passato etrusco, dalle Mura alle tombe dei Volumni e l’ipogeo di San Manno, fino a quel Cippo perugino che, conservato come molti altri reperti nel Museo archeologico nazionale dell’Umbria, è un po’ il simbolo della Perugia etrusca.

La storia
Prima del fiorire della civiltà etrusca, quest’area tra l’XI e il X secolo a.C. era abitata dagli Umbri. La città venne fondata dagli Etruschi nel corso del VI secolo a.C. sopra un colle che dominava l’alta valle del Tevere e la pianura umbra. Il suo nome poteva suonare come Phersna, divenne in breve potente e prospera. Nel 295 a.C. partecipò con le altre città della Dodecapoli, i Sanniti, gli Umbri e i Galli a una guerra contro Roma, la quale alla fine del conflitto riuscì a prevalere e compì feroci massacri sia a Perugia che a Chiusi. Il prezzo pagato per l’armistizio di quarant’anni fu molto pesante. La sua prosperità agricola è testimoniata dal fatto che nel 205 a.C. la città contribuì insieme a Chiusi e a Rosella, a fornire aiuti (legname da costruzione e cereali) alla spedizione di Scipione l’Africano nella guerra contro Cartagine. Nel III secolo a.C. Perusia cominciò a entrare nell’orbita romana, pur mantenendo la propria lingua e una certa autonomia, fino al I secolo a.C. quando con il bellum perusinum, con cui partecipò al conflitto fra Antonio e Ottaviano, il processo di romanizzazione si completò.

Le aree archeologiche

La città
Nel corso del IV-III secolo a.C. la città si dotò di una cinta muraria lunga circa 3 km e realizzata in blocchi di travertino innalzati a secco. Delle mura etrusche sono oggi visibili lunghi tratti, praticamente integri in corrispondenza delle più importanti porte della città. L’Arco etrusco o Porta Augustea è la meglio conservata fra le porte cittadine, è una struttura imponente con ai lati due torrioni trapezoidali, si affaccia a settentrione, da essa entravano e uscivano le merci e le persone che si recavano verso nord. La Porta, che reca l’iscrizione Augusta Perusia realizzata due secoli dopo per volontà di Augusto, è solo una delle porte conservatesi e in seguito riprese in epoca romana e durante l’età medioevale, quando la città si dotò di una seconda cerchia in parte lungo il perimetro di quelle precedenti. In piazza Danti si trova il pozzo etrusco o Sorbello, in quanto si trova all’interno del Palazzo Ranieri Sorbello, risale al III secolo a.C. e dunque è coevo alle Mura, ha una profondità di circa 35 metri. Veniva usato tanto come pozzo che come cisterna d’acqua per la città, non è l’unico, ma sicuramente il meglio conservato di una serie di pozzi e cisterne riamaste in uso fino alla costruzione del primo acquedotto nel 1200.

Le necropoli
Le numerose necropoli ritrovate erano situate fuori dalla cinta muraria, lungo le vie che si dipartivano dalle porte. A camera o a fossa, in queste sepolture sono stati rinvenuti molti materiali preziosi. In località Ferro di Cavallo, a circa 5 km da Perugia, è stato ritrovato l’Ipogeo di San Manno, databile al III-II secolo a.C: si presenta come cripta della chiesetta di San Manno: a pianta rettangolare, sulla quale si aprono nelle pareti laterali due celle. A 7 km da Perugia, sulla strada verso Assisi, si trova la Necropoli del Palazzone, con quasi 200 tombe a camera, la più famosa delle quali è l’ipogeo dei Volumni. Si tratta di una tomba gentilizia di età ellenistica, sulla parete di fondo ci sono sette urne cinerarie fra cui quella attribuibile, secondo l’iscrizione, ad Arnth Velimna, Arunte Volumnio.

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