L'eredità
L'attuale città di Cerveteri che sorge nello stesso
luogo dell'antica città etrusca si trova circa quaranta
chilometri a nord-ovest di Roma a breve distanza dalla costa
tirrenica. La
città possiede nel centro urbano scarse tracce della
propria origine etrusca. Molto interessante è però
il Museo Nazionale che contiene reperti di grande valore storico
e artistico trovati nelle eccezionali necropoli delle vicinanze.
Tra
i reperti conservati nel museo ricordiamo: i buccheri e le
ceramiche, tra cui molti vasi di importazione greca, interi
corredi funebri, sarcofagi, terrecotte e alcuni bronzi.
La
storia
La
città antica (Cisra per gli Etruschi, Agylla per i
Greci, Caere per i Romani), famosa per i commerci marittimi,
occupava una vasta area protetta da ripidi pendii e da fortificazioni.
Situata a poche miglia dalla costa, si garantiva l'accesso
al mare attraverso tre porti: Pyrgi, Alsium e Punicum.
Dal
VII secolo a.C. Cere conobbe un vivace sviluppo divenendo
la porta dell'Etruria verso l'Oriente. Di particolare fattura
risultano i gioielli d'oro ed i vasi; nasce inoltre in questo
periodo e in questi luoghi l'artigianato del bucchero. Nel
VI secolo a.C. Cere, al massimo della propria potenza, si
scontrò, vittoriosa, con i Greci d'Italia che insediavano
il suo controllo sul Mar Tirreno. Non per questo furono interrotti
i rapporti commerciali, anzi nella città fiorì
una ricca comunità di mercanti ed artigiani di origine
greca.
Dopo
la crisi comune a tutta l'Etruria del V secolo a.C., nel secolo
successivo assistiamo ad una forte ripresa, che fu permessa
anche dagli ottimi rapporti con Roma, di cui Cere fu tradizionale
alleata. Questa politica venne abbandonata agli inizi del
III secolo a.C. quando la città si ribellò contro
il potere di Roma; sconfitta, perse parte dei propri territori,
tra cui l'area costiera. Privata
dei propri porti Cere fu così destinata ad una crisi
che si concluse con l'estinzione totale nel I secolo d.C..
Le
aree archeologiche
Le necropoli
Il
grande sviluppo dell'antica Cere è testimoniato dal
numero e dalla ricchezza delle tombe che sono state scoperte
nelle sue necropoli. La
più importante, la Banditaccia (le altre sono quella
del Sorbo e quella di Monte Abetone), costituisce una delle
zone archeologiche più interessanti di tutto il mondo
mediterraneo. Utilizzata tra il VII ed il III secolo a.C.
permette al visitatore un viaggio affascinante e completo
nell'architettura funeraria etrusca. La
maggior parte delle tombe è databile tra il VII ed
il VI secolo a.C.. Le tombe più diffuse sono a camere
sotterranee e a tumulo, in cui le stanze interne imitano,
e a volte riproducono fedelmente, gli ambienti delle abitazioni
dei vivi. Nel V secolo a.C. sorge una vera e propria città
dei morti con vie che si intersecano ad angolo retto ed aree
dedicate al culto. Le tombe sono più modeste delle
precedenti: i locali piccoli e lo stile standardizzato. Solo
negli ultimi secoli assistiamo ad un ritorno alle tombe sotterranee
a pianta complessa, simbolo di una ripresa della classe aristocratica.
Tra i corredi funebri abbondano le suppellettili in bronzo
e argento, raffinati lavori di oreficeria, vasi di produzione
locale, tra cui i famosi buccheri, e di importazione greca,
ed infine terrecotte dipinte tra cui figure e teste votive.
Pyrgi
Pyrgi
era uno dei porti della città di Cere, da cui distava
circa quindici chilometri, presso gli Etruschi godeva di grande
fama per la sua area sacra. Gli
scavi effettuati hanno portato alla luce i resti di due templi
dedicati alle dee Uni ed Astarte. Il più antico è
databile intorno al VI secolo a.C., il più recente
alla metà del V secolo a.C. Due
sono stati i ritrovamenti più importanti: i frammenti
di un altorilievo mitologico che ornava il frontone del tempio
più recente, e tre lamine d'oro con inciso la dedica
del tempio alla dea Uni. Questi due reperti sono conservati
a Roma presso il Museo di Villa Giulia.
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